Adriano Cortiula

Adriano Cortiula

Fabbri innovatori

Niccolò Grosso

Fabbri innovatori
Niccolò Grosso

 

La sua fama è dovuta più che altro al Vasari che mentre descrive i lavori del Cronaca, inserisce qualche capoverso su questo fabbro.
Il primi paragrafi sono notissimi a tutti, l’ultimo non è mai riportato da nessuna parte.
Ora tirare fuori il fabbro dalle parole del Vasari è arduo, poiché è noto che infiorava i fatti a suo piacimento, ma appunto per quell’ultima frase si può tracciare un aspetto verosimile di un fabbro nella Firenze di Lorenzo il Magnifico.
La cosa che balza agli occhi all’epoca come oggi che il principale lavoro del fabbro era quello di correre dietro ai soldi inseguendo i debitori.
Che Niccolò fosse un povero fabbro non è e non può essere vero, la sua bottega si trovava in Corso San Bartolo dei Pittori (oggi via Calzaiuoli) al centro della costosissima Firenze del 1500, nello stesso periodo in cui Leonardo da Vinci e Botticelli aprirono un bar e dopo pochi mesi fallirono per i costi troppo alti. Dovettero rientrare precipitosamente dal Verrocchio che aveva una bottega come il Caparra.
Una nota a favore del Vasari va fatta per la descrizione del fabbro, riporto le sue parole:
<<Né mai ha lavorato moderno alcuno di ferro machine sì grandi e sì difficili con tanta scienza e pratica.»
Qui Giorgio da la paga a centinaia di biografi dei fabbri in una riga descrive quello che un fabbro vuole sapere ovvero come era organizzata l’officina.
Quindi si evince che aveva i magli e una attrezzatura adeguata e molto ingombrante.
Questa nota fa a pugni con la leggenda che vuole il Caparra vendere verdure in quanto povero.
Il fatto che abbia avuto la licenza di una o più bancherelle al mercato è un altro discorso e un altro investimento.
Il carattere doveva essere piuttosto aspro, probabilmente dovuto ai tanti debitori e anche il fatto di essere razzista è dovuto alle circostanze e al pensiero dominante della Firenze rinascimentale.
Non riporto gli aneddoti del Vasari sono facilmente reperibili ovunque.
Le lanterne di palazzo Strozzi
Questo è l’unico lavoro certo di Niccolò Grosso, anche se personalmente considero autentici anche i portafiaccole, è la stessa mano.
Le lanterne sono molto strane forse neanche originali, si conoscono diverse versioni, ma sono le più belle, sopratutto per le mirabili proporzioni in cui sono costruite, ciò ha fatto pensare che siano state disegnate dal Cronaca.
Ma anche in questo caso interviene il Vasari, il quale descrivendo l’opera di Benedetto da Maiano (Benedetto di Leonardo, detto Benedetto da Maiano) scrive che aveva fatto il modello di palazzo Strozzi, poi gli storici hanno trovato i documenti su cui è scritto che Benedetto aveva fatto i modelli sia dei portafiaccole che delle eleganti lanterne.