Il suo libro “La fidelle ouverture de l’art de serrurier , où l’on void les principaulx préceptes, desseings et figures touchant les expériences et opérations manuelles dudict art, ensemble un petit traicté de diverses trempes, le tout faict et composé par Mathurin Jousse” va beh, non era un grande titolista, è stato fondamentale per generazioni di fabbri, è fondamentale tuttora per i fabbri restauratori di serrature, il libro è bellissimo si trova tranquillamente il pdf on line, quello cartaceo è solo per persone ricchissime o per musei. ( per la verità ho visto una copia malmessa a 150 euro e una con varie mancanze e mutilazioni venduta a 2500 a un’asta) Anche coloro che non hanno avuto a che fare con questo libro lo conoscono, poiché le immagini di molte pagine sono riprodotte su centinaia di altri libri, la figura 40 probabilmente è conosciuta pure nelle zone più remote dell’Amazzonia. Mathurin Jousse nasce vive e muore a La Flèche tra il 1575 e il 1645. Ricchissimo di famiglia tanto che nel 1635 ebbe il privilegio reale ( quei privilegi costavano e costavano molto) lo qualifica come “ingénieur et architecte de la ville de La Flèche”. Dalle recenti ricerche di François Le Boeuf, si può concludere che non abbia nulla a che fare con queste attività. La sua professione era quella di fabbro, termine che significava essere preso molto ampiamente come inventore e tecnico nelle ferriere. Era molto istruito conosceva Vitruvio e tutti i testi di architettura dell’epoca, buona conoscenza della matematica e attivo anche su materiali diversi dall’acciaio. La sua opera ha avuto un successo incredibile, basti pensare che con questo libro ha influenzato gli studi di metallografia. di Réamur il padre della scala termometrica la quale è servita come punto di riferimento per il lavoro di Celsius. Mathurin Jousse è citato nell’introduzione della encyclopédie da D’Alembert è citato più volte da Eugene Villet-le-Duc rimasto impressionato dalla sua descrizione sulle scale. Jousse era un passo avanti rispetto ai suoi contemporanei. Per confronto, il lavoro di Agricola sul metallo intitolato “Remettalica” pubblicato nel 1556 era ben lungi dall’essere così eccitante per la comunità scientifica e tecnica dell’epoca. Mi ha fatto molto piacere leggere in una sua biografia che era un fabbro teorico, evidentemente non solo io ho una visione di questo mestiere che comprende sopratutto la teoria. Come uomo ho letto due diverse versioni, secondo la vulgata generale era un borghese molto educato e sobrio. Secondo il gesuita François Derand era un vero rompicoglioni e intrallazzatore in ogni dove. Chissà perché tendo a credere al padre, in fondo il suo libro lo hanno pubblicato i gesuiti, tenendo indietro la stampa di un importante trattato del loro confratello, in più Jousse sembra abbia plagiato padre Derand.