Adriano Cortiula

Lettera ad un aspirante fabbro

 

Caro,

Ho ricevuto la tua lettera, voglio rassicurati sto bene e continuo a fare il fabbro.

Tu mi chiedi alcuni consigli su cosa devi fare per diventare fabbro forgiatore?

La risposta a questa domanda è molto semplice: non lo so e non ti do consigli, sei abbastanza grande per poter sbagliare da solo, comunque voler fare il fabbro forgiatore nell’anno 2009 è materia per la neurodeliri.

Scriveva Montagnè negli d’Essay “ parlerò dell’uomo, ma l’uomo che meglio conosco sono io, quindi parlerò di me stesso.”

Per questa ragione farò alcune osservazioni che ho constatato in prima persona, non prenderle in qualità di dogmi di fede, sono molto scarso come prete.

Un grande fabbro ha affermato che: “il ferro è duro e intrattabile ma basta scaldarlo un po’ per poterlo lavorare come la cera” quel fabbro evidentemente non ha conosciuto il ferro che ho conosciuto io, di solito dotato di personalità autonoma e comunque maldisposto alle mie idee, per partito preso. L’opera di persuasione per convincerlo ad assumere la forma che ho in testa, solitamente è lunga e stressante.

Non temere, non scriverò la storia del mio tirocinio, ti basta sapere che appena assunsi il mio primo apprendista (all’epoca aveva sedici anni) mi insegnò in tre giorni più nozioni lui, che non tre titolari nei tre anni del mio apprendistato.

Dopo questa premessa vado a spiegarti cosa penso dell’apprendistato.

Quante volte hai sentito o letto questa frase: “Se uno decide di fare il fabbro, deve entrare da ragazzo in una officina, fare un lungo e duro apprendistato con un bravo maestro, poi, da grande sarà a sua volta in grado di aprire una officina come maestro fabbro”.

Questa affermazione è stata fatta da tutti o quasi, se fai un buon tirocinio diventi automaticamente un fabbro d’arte.

Vorrei in questo scritto non affermare il contrario, ma offrirti alcune riflessioni, su come questa affermazione non sia del tutto scontata.

Nella logica di questa asserzione da anime candide, sembra che non ci siano errori e forse non c’è né sono, però qualche dubbio c’è, eccome!.

Il primo: chissà perché per fare l’apprendistato uno deve essere un ragazzo? Qui sì da per scontato che uno verso i sedici, diciassette anni abbia già deciso che cosa fare nella vita, ma uno che a quella età sa già cosa fare, o è un genio, oppure è un cretino.

E’ molto più verosimile che a quella età chi si è trovato in officina si sia trovato per caso, oppure per necessità.

Sul fatto che il tirocinio debba essere duro, non lo so, credo che sia una boiata bella e buona.

Il secondo dubbio viene dall’affermazione che bisogna imparare il mestiere nella bottega di un bravo fabbro.

Sembra quasi che le officine di ferro battuto siano numerose come i negozi di alimentari e i bravi maestri numerosi come i cavalieri della repubblica.

Purtroppo non è così, di laboratori che lavorano esclusivamente il ferro battuto non industriale c’è né sono pochissimi, e dislocati a vanvera sul territorio. Questa dislocazione significa che, se uno vuole lavorare e fare l’apprendistato, è costretto a trasferirsi; non sempre è possibile.

Poi, chi è il bravo fabbro? Una persona che sta sulla porta della sua bottega ad assumere per un costo di 20.000 euro all’anno tutti gli aspiranti apprendisti che passano di la?

Chi assume un apprendista in cambio del salario, gli chiede lavori di basso profilo, in modo che sia in grado di realizzarli, recuperando così la spesa e allungando i tempi dell’apprendistato.

Chi dice che un bravissimo artigiano sappia insegnare? Io conosco fabbri molto bravi che fanno confusione tra Georg Oegg e Peter Øegg. Tra corrosione intergranulare e corrosione intragranulare, tra acciaio magliato e acciaio puddellato, confondendo fabbri, ruggini e acciai, quindi anche artieri molto bravi hanno qualche difficoltà nell’insegnare il mestiere.

La strada più logica da seguire se vuoi fare questa attività, è quella di lavorare in una qualsiasi piccola officina, dove si fanno lavori comuni. Queste officine, c’è né sono molte, quasi in ogni paese, credo che in tutta Italia ci sia almeno una nel raggio di dieci km da dove si trova ognuno.

È importante che l’officina sia abbastanza piccola in modo che il lavoro cambi spesso.

Non metterti ad indagare se il titolare è bravo oppure no, non è importante, se uno ha una officina, qualcosa sa fare e per i primi tempi l’apprendista deve solo capire i problemi di base che ci sono nelle lavorazioni comuni.

Mi chiedi quali sono le lavorazioni fondamentali che devi imparare per fare il fabbro d’arte?

E’ molto semplice, bisogna che impari subito e bene, l’uso della saldatrice elettrica e l’uso coretto della mola a smeriglio.

Dopo di che, quando ti sei impratichito di queste due lavorazioni generalmente non vai più avanti, dal momento che, riceverai offerte di lavoro piuttosto alettanti.

Non voglio disilluderti ma la realtà è questa.

Adesso ti chiederai quando devi iniziare a forgiare il ferro?

Se proprio insisti per fare il forgiatore e non ti sei stufato, a questo punto iniziano i problemi pratici, Il primo: è che devi avere un posto dove accendere il fuoco.

Ti dico come ho fatto io. In cantina nella casa di mio padre c’è una stufa a legna e in bagno c’era un phon; ho collegato un tubo di ferro sotto il fuoco nella stufa e dall’altra parte ho inserito l’asciugacapelli, pensavo di riuscire con la carbonella ad avere abbastanza calore da fondere il ferro, invece l’unica cosa che si è fusa e stato il phon, provocando la reazione sdegnata di mia madre.

E’ sicuramente meglio accendere il fuoco in una forgia dotata di ventola, non costano molto.

Se trovi lavoro in una di quelle piccole officine di cui ti parlavo, in qualche angolo ci sarà sicuramente, sotto un mucchio di cianfrusaglie, una vecchia forgia, puoi dopo l’orario di lavoro accendere quella e iniziare a fare pasticci.

Si, lo so, che vivi in un appartamento e che probabilmente il tuo datore di lavoro non ti lascerà lavorare dopo l’orario, se ti scoraggi per così poco questo mestiere non fa per te.

Se non trovi uno che ti insegni le nozioni fondamentali per fare il ferro battuto, un sistema abbastanza buono è quello di seguire le mostre sul ferro, dove si svolge una esposizione vedrai spesso dei fabbri che espongono i propri lavori e che danno dimostrazioni su come forgiare. Ci sono anche dei corsi che vengono tenuti per insegnare le varie tecniche.

Un sistema certamente dispendioso ma utile è quello di fare l’itinerante presso le officine, offrendo il tuo lavoro in cambio di istruzione, non tutti i fabbri ti accoglieranno (ci sono dei rischi in materia di sicurezza del lavoro). Qualsiasi cosa tu faccia comunque è a tue spese.

Una cosa che ho fatto, è stata quella di fotografare tutti i pezzi di ferro possibili, di ritagliare qualsiasi giornale dove si parla di ferro, e di spendere un mucchio di soldi in libri che trattano il ferro battuto, e di cercare tutti i siti su internet che parlano della materia.

Se dopo qualche tempo aprirai una officina sarà la volta buona che inizierai, sempre a tue spese il vero apprendistato.

Quando lavorerai nella tua bottega, ti accorgerai che molte cose cambieranno, ad esempio la cifra 626 non sarà più un numero, ma un incubo.

Ti troverai di fronte ai problemi economici, non sentirti amareggiato se farai lavori comuni per far quadrare il bilancio, quasi tutti per fare dei lavori in ferro forgiato, siamo stati costretti a lavorare sotto costo.

Tranquillizzati, un vecchio fabbro mi ha detto che sono duri solo i primi cinquant’anni di lavoro, poi tutto diventa più facile.

Stammi bene Adriano

PS.

Nella mia vita ho conosciuto moltissimi fabbri, brutti,belli, alti, bassi, grassi, magri, intelligenti, cretini, bravi, mediocri, famosi, sconosciuti, ma mai ho incontrato un fabbro ricco.