Adriano Cortiula

Adriano Cortiula

Ringraziamenti

 
 
Vitas da fari

 

Di solito scrivo della mia spensierata vita da fabbro, la quale si svolge senza nessun impegno di qualche serietà.
Ogni tanto, la mia inutile esistenza viene a contatto con coloro che ci dirigono dall’alto della loro intelligenza e saggezza.
Non voglio barare cercando scuse, tempo fa, con molta supponenza, ho proposto ai colti dirigenti della parrocchia di Cercivento un corrimano per il sagrato della chiesa.
Ho fatto un breve progettino di circa sessanta pagine, qualche decina di tavole e un filmato, al vero, in grafica tridimensionale.
Nella mia totale incompetenza e ignoranza pensavo che fosse un lavoro fabbrile coretto dal punto di vista tecnico e realizzato su dei profili mai visti in nessuna parte del mondo.
In più pensavo, al di la del lavoro, l’impegno economico per le mie modeste finanze era ingente.
Invece il progetto è stato sonoramente bocciato all’unanimità dalla gente di Cercivento e in modo solenne dal comitato parrocchiale. Rinunciare a un lavoro gratuito da 30.000 euro è segno di enorme consapevolezza e grandi capacità di valutazione. ( la cifra è facilmente verificabile, portando il progetto a dei fabbri e chiedendo loro un po’ di preventivi. Non credo esista nessuno così imbecille da non fare valutare la proposta di un lavoro esposto al pubblico.)
Ci sono rimasto malissimo.
Lo so, è opportuno e cristianamente giusto, applicare la seconda opera di misericordia spirituale, ovvero, insegnare agli ignoranti, prendendo a sonori calci nei denti le aspirazioni di coloro, come me, che senza alcuna competenza propongono ridicoli progetti e pessime idee di arredamento per il sagrato.
Ma sono rimasto ancora ancora peggio, quando con gentilezza e franchezza P.D.V., mi ha scritto a nome della gente di Cercivento che la Chiesa ha bisogno di un lavoro bello e non vuole una schifezza come quella che ho proposto.
(noi, gente di bassa cultura, siamo contattati solo da messaggi sul telefonino)
Infine, il colpo di grazia l’ho ricevuto quando per realizzare manualmente il magnifico lavoro, progettato da menti superiori, non sono stato neppure contattato.
Certificando così il mio totale fallimento, non solo come progettista ma anche come vile lavoratore manuale.
Vabbè… questa è la vita, non mi rimane che inchinarmi davanti a tanta competenza e saggezza.
In ogni caso voglio pubblicamente scusarmi con la gente di Cercivento per averla importunata con questa stupida proposta.
Tutta unita mi ha fatto capire le mie scarse qualità.
Ma un grande ringraziamento va sopratutto ai membri del comitato parrocchiale, saggi e colti esteti, i quali dopo attente analisi e valutazioni hanno bocciato la mia troppo banale ed economica iniziativa.
Bene ha fatto P. ad ammonirmi di non importunare la commissione, con le mie sciocche proposte.
Va bene l’accoglienza, l’integrazione, il gradimento, l’ospitalità, e l’accettazione, degli immigrati, ma avere a che fare con un incolto fabbro, questo proprio sarebbe troppo… capisco.

Tutti i lavori dei fabbri forgiatori, come quelli di molti altri artigiani, si concludono con una relazione finale.
Questa relazione ha modalità identiche in tutto il mondo, e viene insegnata sopratutto nei licei artistici, per comprendere qualsiasi cosa noi abbiamo davanti.
Si chiama: Modello schematico di analisi di un’opera. ( Schematic model of analysis of a work) Vale sia per le opere d’arte che per i lavori degli artigiani.
Voglio inserire una delle tantissime che ho fatto, in questo modo do la possibilità ai giovani di paragonare un mio scadente lavoro, all’eccelsa opera che magnificamente adorna il sagrato della chiesa di Cercivento.

Una ringhiera sulla piazza
Quando Riva mi ha proposto di pensare alla ringhiera per il balcone sopra l’ingresso del suo locale sulla piazza di Cassacco, avevo le idee chiare, e ho disegnato un parapetto logico e coerente con la casa.
Una barriera attuale progettata con le conoscenze dell’arte fabbrile del 2010.
Ovviamente la mia idea nonostante fosse spiegata, illustrata fin nei minimi particolari è stata bocciata da tutti coloro che hanno avuto in mano il progetto.
È noto, che quando discuto di acciaio forgiato, ho l’aria di chi è afflitto da un complesso di superiorità, rassicuro tutti che in materia, la mia superiorità è netta, (*) senza alcun tipo di complesso, per questa ragione insistevo per realizzare una ringhiera attuale…non ho convinto nessuno.
Per completezza avevo fatto anche delle altre proposte sottolineando di queste più che altro gli aspetti negativi.
Tra le proposte che avevo presentato c’era una che avevo intitolato in questo modo: “una ringhiera vicina nel tempo e lontanissima nel gusto” questo titolo significava che mi ero adagiato a uno stile noto e molto criticato come lo stile floreale, in più per disegnarla mi ero ispirato a un fabbro bellunese che lavorava a Milano morto un’ottantina di anni fa.
 (col senno di poi mi è anche andata bene, una delle proposte era intitolata “la banalità sulla ringhiera” analizzando una serie di forme spaventosamente scontate)
Ebbene, nonostante questi presupposti Riva ha scelto la ringhiera in stile floreale, e mi ha lasciato il compito di costruirla, compito piuttosto facile dato che di mestiere faccio il fabbro ferraio, ma poi mi hanno chiesto anche di spiegarla e analizzarla e questo è un compito arduo, data la mia scarsa scolarizzazione, in fondo su quella parete io volevo scrivere una poesia di Ungaretti e invece mi ritrovo a commentare D’Annunzio.
Ho la tentazione di affermare che a Cassacco una ringhiera del genere non c’entra niente, ma in ogni bar vengono vendute le bottigliette della coca cola, quel articolo in vetro è in modern style, quindi un oggetto costruito con un linguaggio classico può sopravvivere molti anni dopo il periodo per cui era stato concepito. (Il modern style è nato nel 1882 quando Juan Õnos ha forgiato le rostre ogivali di palacio Guell a Barcellona, ed è stato ucciso e sepolto nel 1907 da Picasso quando ha dipinto le demoiselles d’Avignon)
Per farla breve ho trovato qualche giustificazione a questo tipo di lavoro non campata per aria, in fondo ci sono dei capolavori in liberty anche dopo il 1907, e persino io sono stato chiamato più volte a costruire oggetti in acciaio in quello stile.
Il parapetto nasce da un’osservazione alquanto banale, sopra il balcone è inserita nel muro una statuetta della Madonna, e ho pensato che spesso sotto le immagini sacre ci sono dei fiori, quindi il collegamento tra l’elemento vegetale e lo stile è elementare, (tecnicamente si tratta di stile floreale, lontano dall’art noveau, essendo la linea meno curvilinea, linguaggio distante anche dal modern style non essendoci nella composizione alcuna linea Glasgow, inoltre, non ha nulla a che vedere con il Jungstile non essendo forgiato in maniera plastica) comunque non ci si può aspettare molto da un povero fabbro di montagna.
Analizzo ora nel solito noiosissimo modo la ringhiera, francamente è una rottura di palle tanto chiunque è in grado di capirla, non afferro perché il metodo di analisi debba essere lo stesso sia per un’opera d’arte che per un’opera di vile artigianato.
Iniziamo con le croci.
◦  
Lettura intuitiva
Cioè che impressioni trasmette?
Ma che cavolo di impressioni può trasmettere una ringhiera? è già molto se non disturba l’armonia della piazza o della casa.
 Analisi dell’oggetto
Che cosa è?
È una ringhiera,……… ogni volta che faccio questo tipo di analisi mi sento e forse lo sono, uno scemo.
Materiale:
Molto evidente, la quasi totalità è costruita con del profilo di acciaio angolare per il resto sono dei profili rettangolari e quadri, non ci sono delle sezioni tonde in quanto lo stelo dei fiori ha assunto quella forma dopo la forgiatura a maglio.
Lavorazione:
La costruzione di questo parapetto è alla portata di tutti, in quanto si tratta di forgiature semplici, nella parte bassa, i ricci sono forgiati solo in testa, le foglie e i fiori sono modellati a freddo e sono stati in seguito attaccati allo stelo con il sistema di bollitura reso noto da Achim Kühn, è lo stesso sistema attualizzato che usavano i fabbri all’inizio del secolo scorso.
Questo sistema, si è reso necessario, in quanto se saldavo le foglie e i boccioli con la saldatrice elettrica si sarebbe notato un gradino tra le foglie e lo stelo assolutamente non compensabile, bollendo a fuoco in un colpo solo attaccavo le foglie e armonizzavo la giunta e riducevo il profilo da quadro in tondo, la lavorazione è piuttosto lunga poiché è necessario forgiare prima l’elemento più alto e via di seguito tutti gli altri, se si fa un errore nell’ultima coppia di foglie si butta via tutto o si recupera in modo dozzinale.
Il resto della costruzione non ha difficoltà di sorta, non serve neanche saper saldare con la saldatrice elettrica, tutto è chiodato compresi gli steli che fanno da paletto verticale, gli elementi della parte bassa sono fascettati a caldo, insomma banali lavorazioni da fabbro.
Il lavoro più importante è quello noioso di limare ogni singola foglia e petalo. Al tempo che andava in voga quello stile le officine erano piene di apprendisti e a questi venivano affidati questi bassi compiti di manovalanza… Grazie Papà.
Una protezione data a pennello conclude la lavorazione.
In questa sezione per gli addetti ai lavori devo scrivere gli utensili che ho usato: 
martelli, da 400 a 1400 grammi 
maglio ad aria da 50 kg 
mola smeriglio, lime,
forgia, una cecoslovacca a monticelli bassi
tenaglie,
morsa,
forchette e cagne,
il computer,
il suddeuchformen.
Analisi formale e compositiva
Come sono usati gli elementi della grammatica compositiva?
Ho utilizzato i vuoti e i pieni in modo molto scolastico, in fondo le linee portanti sono perpendicolari a quelle orizzontali, per slanciare la verticalità la parte inferiore è più affollata ma si tratta di una scelta quasi obbligata, ho inserito la linea ondulata superiore sia per motivi pratici (è il corrimano) sia come richiamo al movimento che c’è nella parte bassa.
Come sono predisposti gli elementi della ringhiera?
Mettiamola così: gli elementi orizzontali servono solo a tenere unito il tutto, l’elemento base è la pianta costruita sui paletti verticali, ogni stelo inizia in forma simmetrica e finisce in maniera alternata, sia i boccioli che i fiori formano una specie di onda, serve per dare una tensione visiva quando qualcuno sofferma lo sguardo sul parapetto.
Inoltre ho voluto che il parapetto sia perfettamente simmetrico su se stesso e ho sottolineato questa mia scelta montando i due paletti centrali senza invertirli. (probabilmente nessuno noterà questa stupida sottigliezza)
Come sono disposti gli elementi all’interno del parapetto?
Prima di tutto la ringhiera anche se costruita in uno stile del passato è stata costruita nel 2010; precisazione dovuta, in quanto la sensibilità di chi la costruisce è notevolmente diversa da persona a persona e da generazione a generazione, come ha scritto Kandinskj nell’incipt dello spirituale dell’arte “ Noi non possiamo avere la sensibilità e la vita interiore degli antichi Greci. E se in scultura tentassimo di adottare i loro principi non faremmo che produrre delle forme simili alle loro ma prive di anima”
Per fortuna sono solo un mediocre fabbro, e non vado a fondo su queste teorie, anche perché, se vado dietro a Wassily dovrei armarmi di cannello e distruggere quello che ho fatto, in ogni caso senza pormi alcun problema ho interpretato lo stile alla luce dei miei occhi. (occhiali)
La disposizione degli elementi in parte è dovuta non a un libro d’arte, ma a un più prosaico tomo in uso presso gli studi legali, il codice civile, il quale mi fissa almeno due misure l’altezza minima e la distanza tra un elemento e l’altro di una ringhiera, in questo caso invidio gli artisti che nelle loro opere hanno totale libertà.
Con questi due vincoli ho costruito in modo non troppo sproporzionato gli elementi.Lo stile floreale si ispirava alla natura in modo persino troppo reale, in questo caso è inutile cercare di capire che tipo di fiore ho copiato, ho semplicemente costruito un fiore che si prestava ad essere realizzato con uno stupido angolare.
Tutti avranno notato che i lavori del periodo, realizzati da fabbri dell’epoca sono piuttosto rigidi e posizionati in modo esatto uno con l’altro, questo a lavoro finito dava l’impressione di una certa rigidità formale del pezzo, nel mio caso per evitare questa asprezza ho lasciato le foglie così come sono uscite dalla battitura con il maglio…bhe non tutte, ho raddrizzato solo quelle che erano decisamente storte.
Analisi del contesto:
In quale contesto?
Nell’ambito della riqualificazione di una casa, sulla piazza principale di Cassacco nell’anno del Signore 2010.
Senza tanto cercare giustificazioni si trattava di costruire qualcosa di armonioso e di carino, per abbellire non solo la casa ma anche la piazza.
Da chi è stato fatto? 
Poi non dovrei sentirmi un cretino a fare questa analisi, l’ho pensata progettata e costruita, come spiegato.
Per chi?
 Per Riva.
Con quale scopo?
Che razza di scopo può avere una ringhiera? la butto lì, per caso quello che la gente non cada di sotto?
◦  
Analisi del soggetto:
Che cosa è raffigurato? 
Dei fiori e degli elementi decorativi.
Quale è il significato? 
Non ha nessun significato del tipo che si può dare a un quadro o a una scultura, l’unico significato che do io è la disposizione di una serie di fiori a lungo stelo messi sotto l’immagine della Madonna.
◦  
◦ Ricomposizione dei dati:
◦ Come si lega l’espressività della forma ai significati?
◦  Ma pure il riassunto devo fare.
◦ Ho ideato e costruito con del ferro un parapetto per balcone, volendo eseguire dei fiori mi sono ispirato allo stile che più mi pareva adatto allo scopo, il risultato è una ringhiera completa in ogni sua funzione pratica ed anche estetica nonostante lo stile della realizzazione sia datato.
◦ Che valore ha?
◦ Questa è l’unica parte di tutta l’analisi che ha una logica immediatamente comprensibile e che risponde alla principale domanda di chiunque.
◦ Il valore di una ringhiera del genere è dato dal costo dei materiali più il costo delle ore di lavoro, ……. come ovvietà potevo risparmiarmela, in sintesi 180 chili di acciaio, il carbone è 1:1 le ore sono 230 (da tener presente che sono un imbranato ) il conto è presto fatto, non ha alcun valore artistico aggiunto.
Ho finito.
Il fabbro ferraio        Adriano Cortiula
P.S. Quella che volevo fare io era più bella.
(*) Quando ho scritto questo, non immaginavo che il comitato parrocchiale di Cercivento, fosse composto da inarrivabili professionisti dell’acciaio forgiato, quindi mi scuso e mi vergogno.