Adriano Cortiula

Un fabbro sogna

 

Vitas da fari

 

Anche un fabbro sogna, anch’io, come gli Abba e un celebre King, ho fatto un sogno o forse ero sveglio, i ricordi nella mia senilità spesso sono confusi.
Mi trovavo nel cimitero di un paese della Carnia, di cui non rimembro il nome, i sogni si sa, non sono forniti da indicazioni toponomastiche. 
 Quel luogo di pace era bellissimo, il posto ideale per la speranza e l’attesa.
Entrando, sulla cimasa della porta, una straordinaria croce in ferro battuto accoglieva tutti quelli che entravano, un lavoro fatto con passione e devozione, costruito da un fabbro devoto e credente, poco materiale, usato forse in maniera ingenua, ma cristallina.
Al centro del camposanto una solenne e imponente Croce con i suoi bracci accoglieva non solo le suppliche dei visitatori, ma anche le preghiere dei morti, le quali attraverso i simboli cristiani delle pietre tombali sembravano più fervide di quelle dei vivi. 
Virtuoso, brillante e consapevole il progettista del grande simbolo cristiano al centro del cimitero, il quale, ricordava a tutti la gloria e lo splendore della nostra religione, la faccenda, enorme, Dio si fatto uomo ed è morto da uomo per noi.
L’annuncio, portato a tutti da questo tizio è la resurrezione, aspettarla in un luogo così bello è molto confortante.
Questo uomo è pure Dio, ma questa faccenda è poco significativa.
I simboli non servono ai defunti, ma servono e servono molto ai vivi, e qui i vivi vedevano la speranza e la gioia di un ricongiungimento con i propri cari.
Improvvisamente il sogno è diventato un incubo, una vile mano profana aveva distrutto l’incanto.
Il bellissimo camposanto era scomparso, la paterna croce abbattuta, la dignitosa casa mortuaria sparita.
Nel sogno ero atterrito dai due enormi serpenti avvinghiati alle colonne, al centro di una orrenda banale e scontata esedra.
Lo sguardo cadde sulle tombe, spariti i simboli cristiani una distesa di anonimi e volgari cippi al cui centro era scolpita una croce, tra tutte le croci possibili era la croce massonica, una visione orrenda.
Poi, sgomento giravo lo sguardo e vedevo il cimitero diviso in due parti, le tombe per i poveri senza simboli di fede, e chi ricco in questo mondo può coltivare la speranza di una salvezza esibendo tutti i simboli necessari. Ma distante dai reietti.
Nel sogno, vedevo un vecchio tecnico ammonire e mettere in guardia dal profanare le cose sacre, lo vidi cacciato con ignominia.
Spaventato mi sono svegliato, incazzato e impaurito, ma desto ho pensato:
Nella realtà una cosa del genere non può succedere.”
No! non può  succedere per una infinità di motivi.
Un progettista credente o no cerca di imporre sempre la sua idea, anche se disegna un cimitero, questo fa parte della vita.
Se riesce, è un ottimo venditore di se stesso e del suo lavoro.
In questo caso, per promuovere il proprio progetto, sarebbe costretto allo stucchevole, banale, noioso discorso di un ateo, talmente insulso da non convincere neanche il più disinformato degli sciocchi.
Affermando: “nel cimitero devono trovare posto anche persone di religione diversa le quali non si troverebbero a loro agio con i simboli cristiani, bisogna accogliere tutti”.
Ma anche il più ingenuo degli incolti si pone un paio di domande:
Per rispetto ad un eventuale ospite, tutti gli altri devono rinunciare alle loro millenarie tradizioni e alla loro religione?
Ci sono religioni dove i morti vengono lasciati divorare dai corvi e dalle intemperie, se neghiamo questo trattamento li offendiamo? Posso andare avanti, ma il senso è chiaro.
In ogni caso l’obiettivo dell’integrazione non è certo raggiungibile attraverso i cimiteri.
Il cimitero cattolico ha accolto da sempre miscredenti, ladri, assassini, atei, empi, infedeli, profani, sacrileghi e nell’ultimo secolo pure i suicidi, nessuno si è posto il problema,  tutti sono stati accolti con o senza il rito cristiano.
Il valore dei simboli cristiani nel cimitero è stato sempre costante e incisivo, nemmeno la rivoluzione francese riuscì a toglierli, come i rivoluzionari avevano scritto nel loro delirante “pacchetto” di leggi di scristianizzazione: ci fu, nel 1796, una proposta, ma il provvedimento fu poi lasciato cadere per l’ostilità popolare.
Ed era la laica Francia di fine 700 non la cattolica Carnia del ventesimo secolo.
Non sta ne in cielo ne in terra un camposanto senza simboli cristiani in Carnia. Un’idea così cervellotica non verrebbe accettata, dai funzionari comunali e dai rappresentanti del popolo in nessun paese.
Se per caso lo fosse, gli amministratori sarebbero sottoposti a un T.S.O. (Trattamento scolastico obbligatorio)
Poi come farebbero?
E’ difficile costruire simboli come i serpenti attorcigliati, se non con il sistema visto in ogni angolo del pianeta fin nei più remoti borghi, ovvero quello di attorcigliare i pluviali delle grondaie.
In questo caso tutti si ribellerebbero ad una banalità del genere.
Poi, troppo pacchiano e ovvio il simbolo del caduceo (La colonna con il serpente attorcigliato)  simbolo massonico per eccellenza.
 Per i credenti la Madonna schiaccia sotto i suoi piedi proprio un serpente, simbolo del male. Di conseguenza neanche un folle sceglierebbe questa figurazione simbolica.
Ovvero, un conto è togliere i simboli cristiani e un conto è insultare e oltraggiare i fedeli vivi e morti.
Costruire anonimi cippi tutti uguali con la croce massonica al centro sarebbe difficile da realizzare, se non per voler affrontare l’ira dei vivi e la censura dei defunti, i quali si rigirerebbero nella tomba a simile affronto.
Ci mancherebbe un simbolo come la spirale, l’importante simbolo massonico, magari messo sulla porta di ingresso, in quel caso la cialtronaggine sarebbe giunta ai massimi livelli.
No, non può essere successo, se un’infamia del genere fosse  veramente perpetrata il risultato sarebbe che al posto di un cimitero si troverebbe un anonimo e orrendo piazzale, in cui si si aspetta la resurrezione come si aspetta la corriera, solo che le pensiline delle fermate dei bus sono molto più eleganti, sopratutto disegnate meglio.
Poi dovrebbero esistere dei pagliacci così stupidi i quali  accettano di costruire un cimitero massonico, la, dove quasi la totalità dei residenti è cattolica.
Non solo dovrebbero esistere, ma dovrebbero essere talmente cretini, da non capire che non esiste altra religione la quale abbia espresso tanta bellezza come la religione cattolica.
Non esaltare i simboli di questa confessione non solo è sconvolgente ma è un’infamia.
Se fosse successo realmente un caso del genere?
Sono troppo vecchio per farmi illusioni e non sono nato su un pero. 
Non centrerebbero nulla i principi religiosi, o l’appartenenza a qualche loggia, ma la rigorosa pratica commerciale, molto diffusa, di elargire presenti all’interno di anonime buste, agli avidi e compiacenti funzionari e pure ai rappresentanti dei cittadini.
Questo sistema personalmente mai l’ho praticato, non per un eccesso scrupoli, ma per mancanza di soldi.
Queste cose vanno pagate, mica sono gratis, costa portare avanti le idee, sia di tipo religioso, massonico o artigianale.
Se per un improbabile caso fosse la realtà?
In questo frangente bisognerebbe guardare con infamia e disprezzo, quei rappresentanti del popolo, e quei  funzionari così imbecilli di aver tolto o accettato di cancellare senza reagire i simboli cristiani dal cimitero.
Oltraggiare i fedeli cattolici nonostante li abbiano eletti e mantenuti, fornendo loro stipendi e pensioni, non pare sia una cosa bella.
Se esiste questo caso: Siano maledetti.
Siano maledetti, non solo per aver tolto i simboli  ai vivi, ma per aver tolto la speranza ai morti.
Infami.
Per mia fortuna si trattava solo di un sogno, anche se dopo un sogno come questo si apprezza molto di più la droga e l’alcool.

 

Il fabbro ferraio e sognatore

 

Adriano Cortiula