Adriano Cortiula

Adriano Cortiula
L’insegna “neo” barocca
Costruzione

Insegna in acciaio forgiato

Assemblaggio

Ora passiamo a una fase pratica, si tratta di capire come sono assemblate tra loro le varie parti che compongono l’insegna.

Le saldature

Sulle saldature applicate al ferro battuto si sono sprecate fin troppe parole, ma i fatti sono incontrovertibili l’unica saldatura che è sempre logica è quella eseguita con il ribattino.
Il motivo è molto semplice, per poter forare e chiodare due ferri, questi sono costretti a passare uno accanto all’ altro, in modo piano. Il posizionamento dei ferri, naturalmente può essere sbagliato, ma nel punto di contatto la chiodatura è giusta. (quando parlo di ribattino lo intendo passante e non impanato).
Mi si obbietterà che anche le fascette in questo modo sono logiche, si, per la maggior parte dei casi, ma esistono aberrazioni per cui la fascetta può venire montata in modo illogico, si pensi al classico esempio della fascetta posta su un ferro di sezione regolare continua e l’altro di sezione conica che va ad appoggiarsi sul primo.
La cosa più brutta della saldatrice elettrica non è il fatto che sia uno strumento moderno, ma che permette con facilità la congiunzione di ferri in modo completamente contraddittorio.
La bollitura a fuoco nella maggioranza dei casi fissa due ferri in maniera coerente, questo per la difficoltà dell’operazione, per cui il fabbro sceglie con grande cura il punto di giunzione. In ogni caso anche questo tipo di operazione non è esente dalla possibilità di attaccare due o più ferri in maniera incongrua.
Bisogna fare anche un’altra osservazione, le saldature elettriche autogene, o le bolliture, non modificano mai l’impianto estetico di un lavoro, mentre i ribattini e la fascetta lo modificano sempre, (tolto il caso del ribattino a scomparsa) per cui i disegni delle fascette e dei ribattini devono per forza di cose essere proporzionali con i ferri che vogliono tenere assieme.

Le fascette

 Per disegnare in modo proporzionale le fascette, ho fatto in questo modo:  ho preso la misura dei due ferri e ho trovato A poi l’ho moltiplicato per Φ così ho ottenuto la misura K.
Per ottenere lo spessore Z è sufficiente dividere lo spessore B per Φ, in questo modo sono sicuro che tutte le fascette che ho usato sono proporzionali con i ferri che devono allacciare.
La decorazione che ho fatto sulle fascette consiste praticamente in una o più insulse scanalature, naturalmente le scanalature sono una, due o tre.  Anche se la fascetta diventa molto grande, ad esempio quella che alaccia due grossi ricci attraverso il braccio orizzontale le scanalature rimangono tre anche se ho la possibilità di farne un’altra, questo è dovuto al fatto che 4 scanalature non rientrano nella proporzione e nella sequenza in cui mi sono imposto di costruire questo lavoro.

I ribattini

Una brevissima premessa sull’uso dei ribattini: sono andato per l’ennesima volta a controllare la famosissima formula che da tempo immemore viene inculcata a ogni apprendista fabbro, la formula è ( s  ≤ d ≤ 2s ) dove s è lo spessore delle lamiere e d il diametro del ribattino, per cui le lamiere da 2 mm. andrebbero chiodate tra loro  con dei ribattini del diametro minimo da 4 mm., per contro, due lamiere da 30 mm. di spessore andrebbero chiodate con dei ribattini da 60 mm. di diametro, e questa è certamente una stupidaggine.
 Per cui l’utilizzo di questa formula è da prendere con le dovute cautele. ( a scanso di errori questa formula è consultabile sul libro Stampi e lavorazione della lamiera di Vittorio Ariosi e Claudio Marzi edito dalla Hoepli, la formula si trova a pag 244 nel capitolo intitolato Chiodatura)
Questa premessa serve più che altro a dividere chiaramente la parte interna del ribattino che è invisibile e di cui ho trovato il diametro a occhio, dalla parte esterna che è visibile e deve essere proporzionata con il lavoro.
 Per ottenere ribattini che siano proporzionali non è che serva un grande studio. Si prendono i due ferri da unire e si trova il volume totale (della sezione su se stessa) in questo caso lo si divide o moltiplica per Φ e il problema è risolto. Per essere chiaro se (A+2 · b)=32,  H= 20significa che  C = ( 20 · 20 ·32) · Φ.
Oppure             C = (20 · 20 · 32) : Φ.
Con questo semplice metodo otteniamo il volume su cui poi trarre la testa del ribattino. Per estrema trasparenza utilizzando i numeri precedenti si continua così (uso la divisione)C = 7911 mmc quindi abbiamo circa 8 cm. cubi di materiale da poter utilizzare, la cosa più semplice da fare è convertirlo in una sfera per capire che diametro ha la stessa e così conoscere un ingombro certo. Su quel ingombro posso costruire un’infinità di varianti. Quindi con 7911 mm cubi di volume ho bisogno di sapere il raggio della sfera.
È sufficiente invertire la formula che serve per trovare il volume della sfera e
Il lavoro è completato,
La formula ovviamente è la seguente
[r =  √ ( 3 · V ) : ( 4 · π )]
la conseguenza lapalissiana è che il diametro dell’immaginaria sfera è di 24,72 mm
( chi mi ha coretto queste note, leggendo questo capitolo, ha detto che forse sono troppo tecniche, ho risposto: se un apprendista trova difficili queste operazioni da scuola media è meglio che cambi immediatamente mestiere.
Non avevo soluzioni, se una persona non riesce a capire queste semplicissime cose,  come potrà mai capire il ferro battuto attuale e fare approfondimenti artistici tra Calder e Gonzalez oppure tra Picasso e Smith o peggio tra Ogg e Benetton   e tra Lamour e Kűhn( ovviamente padre) ,capire le nuove tendenze dell’arte in generale e dell’arte fabbrile in particolare.
Nessuno crea  lavori in nuovi stili senza conoscere approfonditamente gli stili e le tecniche vecchie )

 

Insegna in acciaio forgiato  Assemblaggio

Come proporzionare un ribattino
Le teste di ribattino classiche
Qualche testa elaborata
Gli elementi e le lavorazioni principali sono tutte qui, ci sono delle variazioni ma le cose fondamentali per costruire l’insegna si trovano in questo capitolo.