Come nella migliore tradizione di un fabbro il materiale usato è rigorosamente di scarto. La maggior parte del materiale è stata recuperata dai rottami dell’ officina.
Così le creste della tabella sono state forgiate dai resti di un tombino incidentato. Con gli ulteriori ritagli ho forgiato i fiori.
Un tubo piegato e rotto da due pollici e mezzo ha fornito il materiale per fare il vaso. Il ferro che ho usato per fare i gambi dei fiori apparteneva a delle rostre di fine ottocento che ho restaurato una decina di anni fa. Strano destino del riccio superiore e inferiore del braccio, è stato forgiato da una porta di un campanile di una frazione di Tramonti, che un fabbro ha tentato di costruire. Al posto di lavorare il ferro lo ha massacrato, portando il penoso risultato nella mi officina, io ho rifatto la porta con del ferro nuovo e ho utilizzato i poveri resti di un quadro da 30 mm per ottenere le sopraccitate volute.
Altre volute sono costruite con del materiale che era stato 30 anni sotto terra regalatomi dal famoso alpinista Ignazio Piussi quando ancora aveva un’impresa edile.
Quando avevo finito tutti i ritagli di lamiera dell’officina, ho iniziato a ritagliare le foglie da
spezzoni di tubi o tubolari, Foto Come ho recuperato il ferro del braccio orizzontale ne ho già parlato.
Naturalmente non tutto il ferro è stato possibile recuperarlo, così le lamiere della tabella sono stato costretto ad acquistarle dal mio fornitore abituale, che senza lasciarsi commuovere me le ha fatte pagare a prezzo di mercato, questo è stato l’unico momento che sono stato assalito dalla depressione e volevo abbandonare l’opera.
Inoltre non mi è stato possibile recuperare i colori per la verniciatura e ho dovuto comperarli a prezzi che ritengo esosi.