Quando don Camillo arrivò, ansimando per la corsa, davanti alla casa
sinistrata già il Lungo, la moglie e il figliolo erano stati cavati fuori
miracolosamente incolumi da sotto quella specie di franavalanga.
E già i “tecnici” avevano avuto modo di individuare la causa del crollo: le due travi montanti della capriata non avevano per catena un’altra trave ma un solido tondo di ferro applicato a regola d’arte.
Ed era proprio quella solida asta di ferro che si era spezzata.
Don Camillo chiese ragguagli:
– Che tratta aveva la catena?
¬ Dodici metri.
– E che sezione aveva il tondo di ferro?
– Cinque centimetri.
– Cinque centimetri e si è rotto? Non lo credo neanche se lo vedo.
Don Camillo scosse energicamente il capo e continuò:
~ Non è possibile. Fosse anche venti metri di tratta, un tondo di ferro di cinque centimetri di sezione non può assolutamente rompersi. Neanche se fosse solo di tre centimetri.
– Tutto è possibile quando il Padreterno si mette contro la povera gente per rovínarla! – disse una voce piena d’ira. E si trattava, naturalmente, di Peppone.
– Lei sbaglia, signor sindaco – precisò con voce tranquilla don Camillo.
– Il Padreterno non si mette mai contro la povera gente. Su mille case di poveretti è caduta questa stessa neve e l’unico tetto che si è sfondato è proprio questo. Che è il più nuovo, il più solido e il meno povero.
– Ah! – ridacchiò lo Smilzo. – Abbiamo capito: il reverendo vuoi dire che il Padreterno, sfondando questo tetto, ha voluto dimostrare che chi si mette contro il Vaticano…
– No – lo interruppe don Camillo. – Il Padreterno non l’ha sfondato lui questo tetto. E non ha inteso dimostrare niente. Chi ha sfondato il tetto è stata la neve. Soltanto la neve, che, col suo peso, ha spezzato la catena della capriata.
– E allora, reverendo – gridò Peppone – se il peso della neve ha spezzato il tondo di ferro, come mai voi, poco fa, avete sentenziato che è impossibile spezzare un tondo di cinque centimetri di diametro?
Don Camillo sorrise tranquillo:
– Non cambio certamente idea: è impossibile che il peso della neve spezzi una verga di ferro di cinque centimetri di diametro. Se la verga si spezza significa che era già spezzata.
– A proposito, signor sindaco – disse ad alta voce – per quanto riguarda la neve, vorrei darle un suggerimento, se permette.
Peppone si staccò dal gruppo e si appresso sospettoso a don Camillo.
– Nella verga di ferro – gli disse sottovoce don Camillo – c’era un difetto: la saldatura eseguita da un fabbro presuntuoso e balordo per unire un pezzo di tondo di otto metri a un pezzo di quattro metri e farne una catena di dodici metri. Un fabbro balordo che non sa bollire il ferro perché non è fabbro, ma meccanico. Un fabbro malcreato che ha avuto la fortuna di trovarsi davanti non un prete maligno ma un prete pieno di carità cristiana. E così non ha fatto, poco fa, davanti alla gente, la figuraccia schifosa che meritava.
– Io… – tentò di protestare Peppone. Ma don Camillo lo interruppe:
– Tu, come fabbro, sei un asino e non sai bollire il ferro! Cosa ti dicevo,due anni fa, quando tu stavi appiccicando i due pezzi di quella catena?
Peppone strinse i denti: