Adriano Cortiula

I fabbri mitici

I ciclopi

I fabbri mitici I ciclopi

 
Meritano un plauso per i loro lavori in acciaio, grandi fabbri, grandi e pure grossi, in tutti i sensi, ma con un difetto di vista a quanto pare genetico.
Esiodo per primo scrive di loro come fabbri eccezionali, ma il fatto era noto da sempre.
Erano artigiani colti, spesso in possesso di laurea, tutti con istruzione superiore, organizzati, iscritti alla camera di commercio.
Il loro laboratori, come è noto, erano vicino a Catania, provenivano da oriente ed erano conterranei dei Re Magi.
Omero li sputtana malamente, facendoli diventare delle creature rozze e dedite alla pastorizia, inoltre li fa passare per imbecilli.
Altre calunnie nei loro confronti sono state scritte da Callimaco, il quale li fa passare per aiutanti di quel mona di Efesto.
La realtà invece era più semplice e ovvia, Efesto era semplicemente un loro cliente non essendo capace di forgiare l’acciaio chiedeva ai ciclopi i lavori e poi li spacciava come suoi. Inoltre era perennemente indietro con i pagamenti, siccome era un dio li sfruttava senza vergogna.
Loro cliente era anche Zeus, ma saldava le fatture con estrema puntualità, e non ha mai fatto pesare il suo ruolo.