Adriano Cortiula

I fabbri mitici 

Dvalin e Durinn

 
Li metto in coppia, anche se non sempre hanno lavorato insieme. Non risultano delle società a loro nome, sono sempre stati due artigiani con partite iva diverse.
Come i Ciclopi, sono stati calunniati da una stampa serva del potere e maligna.
E’ necessario contestualizzare anche l’altezza e la dicitura nano. Io do della nanerottola a mia sorella, poiché arriva  appena a un metro e ottanta.
In questo caso ho fatto fatica a trovare le foto dei protagonisti, in realtà c’è ne sono a migliaia, ma è facile capire che sono taroccate. Se uno è basso di statura e ha una barba da quaranta centimetri, il primo lavoro che fa sull’ incudine non è forgiare l’acciaio, ma bruciarsi in una fiammata la barba. In ogni caso un paio di ritratti sono riuscito a trovare.
Dvalin, viene da Nidavellir, una comunità cavernicola e assieme a suoi paesani si è trasferito all’aperto dove hanno fondato un villaggio. Si dice che abbia inventato l’idromele, insomma una bevanda alcolica. Di lui si sa che ha iniziato come orefice. Il metodo di pagamento che adottava e accettava era piuttosto brillante, ne sa qualcosa Freyja la concubina di Odino, che per un lavoretto si è vista chiedere una prestazione sessuale per una notte. La non tanto sciagurata accettò di buon grado. Voci riportano il fatto che Dvalin nonostante la modesta altezza verticale, quella orizzontale è sicuramente più che adeguata e usata in maniera magistrale.
Divenne fabbro nella sua comunità, il nome dei suoi maestri non è giunto sino a noi.
Era un pelandrone gli piaceva stare a letto fino a tardi, e anche dopo pranzo non disdegnava lunghe dormite.
Il lavoro che lo rese noto fu la forgiatura di una lancia che poi acquistò e tenne per se Odino, il capo supremo.
A tempo perso ha inventato le rune, praticamente la scrittura.
Frequentava un salone di bellezza e più volte lo hanno visto pettinare parrucche a un certo punto ne ha costruita una, gli hanno detto che era bella ma in realtà sembrava uno scopettone messo in testa.
Durrin è più vecchio e arriva da un altro villaggio, era noto solo localmente come bravo fabbro. Aveva fatto però dei lavori alla corte di Odino ed erano stati molto apprezzati, sia dalla bellezza sia dai prezzi modici che applicava.
Di lui si sa che era molto riservato e della sua vita privata non sono riuscito a sapere niente, a parte che è mancino.
L’unica cosa che trapela era la passione per le cose occulte.

I fabbri mitici 
Dvalin e Durinn

 
Il lavoro che coinvolge i due brevilinei nasce dall’osservazione che fece un nipote di Odino tale Svafrlami il quale si accorse che singolarmente non sarebbero riusciti a fare la spada che voleva ma in coppia sarebbero stati insuperabili.
Ovviamente la faccenda non interessò nessuno dei due, facendo incazzare di brutto il nipote di Odino.
Il quale riuscì a rapirli e obbligarli a forgiare la spada che aveva ideato, la quale doveva avere le seguenti caratteristiche: un’elsa d’oro, non doveva mai sbagliare un colpo, non sarebbe mai arrugginita ed avrebbe tagliato pietra e ferro come se fosse burro.
I nani crearono la spada, e come da richiesta specifica non arrugginiva mai, quindi in quel frangente inventarono pure l’acciaio inossidabile. Risultò un capolavoro battezzata con il nome di Tyrfing aveva tutte le caratteristiche richieste.
Al momento del pagamento Svafrlami si rifiutò anche di dare un acconto o fare un pagamento dilazionato.
Fu allora che i due fabbri si arrabbiarono di brutto, presero la spada e con la competenza di Durinn in materie esoteriche la maledirono in modo che avrebbe ucciso un uomo ogni volta che sarebbe stata impugnata, e che sarebbe stata la causa di tre grandi mali. Infine la maledissero in modo che uccidesse Svafrlami stesso.
Quando Svafrlami seppe delle maledizioni, tentò di uccidere Dvalin, ma da esperto ex cavernicolo, scomparve nella roccia e la spada la attraversò, mancando però la sua vittima. Mentre Durinn se la svignava dalla parte opposta.
Questo è il rischio che si corre anche a fare un ottimo lavoro.