Adriano Cortiula

Adriano Cortiula

fabbri innovatori

Jean Tijou

fabbri innovatori Jean Tijou
 
Dei tre grandi fabbri del XVII° secolo Tijou come persona, è stato il più dimenticato, fortunatamente i lavori sono rimasti, inoltre si è salvato ( a pezzi) anche un suo libro di disegni.
Francese di nascita, ha però lavorato e a lungo vissuto in Inghilterra.
Purtroppo di lui non si sa nulla, ma è evidente che si tratta di un grande innovatore dell’acciaio forgiato. Era più vecchio di Lamour e Oegg, quindi il suo stile è personale con poche influenze continentali.
Ho letto che il suo stile è il Luigi XIV ma come i suoi biografi siano giunti a questa conclusione è un mistero o avevano molta fantasia oppure molto poca conoscenza degli stili.
Scrivere la vita di Jean Tijou è una impresa, conosco poche cose certe. Non si sa dove e quando è nato, non si sa dove e quando è morto.
Cominciamo bene.
In qualche libro dicono che è nato nel 1652 e morto nel 1718. Altri testi scrivono 1650 – 1712 rispettivamente la data di nascita e di morte. Mettono 1712 per il semplice motivo che l’ultimo documento scritto che lo riguarda è datato 1711.
Ma se non ha rotto i coglioni a nessuno, può essere vissuto anche cento anni.
Ok, è nato alla metà del XVI° secolo e deve essere morto prima degli anni 20 del 1700.
E’ stato confermato che era francese, ha abbandonato quella nazione in quanto ugonotto, a seguito dell’editto di Nantes nel 1685. Si trovava nei paesi bassi, quando al seguito di Guglielmo Terzo approdò in Inghilterra. Di sicuro non era un poveraccio, quelli non vengono presi al seguito dei re.
Un suo biografo suppone che fosse fabbro a Versailles. Lì, le sue opere potrebbero essere state notate da Guglielmo III di Orange e sua moglie Mary che salirono al trono inglese nel 1688. Jean Tijou arrivò in Inghilterra, l’anno successivo e con il favore dei monarchi regnanti il suo lavoro iniziò a diffondersi.
Di certo si sa che per volere del re, iniziò subito a lavorare con il famoso architetto inglese Sir Christopher Wren.
Risulta che aveva una casa a Sho ma ha vissuto quasi sempre a Hampton Court dove evidentemente aveva l’officina, infatti i lavori che ha fatto a Londra sono giunti in città via Tamigi.
Il suo stile nella forgiatura dell’acciaio era considerato nuovo ed esuberante.
(Qualcuno lo ha avvicinato al barocco ma secondo me è uno suo stile molto personale)
Oltre ai famosissimi 12 panelli di Hampton Court lavorò in diversi cantieri per riccastri, come Kensington Palace, Chatsworth, Burghley e Marlborough. Poi dal 1675 al 1710, Sir Christopher Wren ricostruì la Cattedrale di St Paul, e Tijou era responsabile della lavorazione dell’acciaio della cattedrale, ovviamente sue sono le porte di Tijou, che si trovano a lato dell’altare maggiore.
Il lavoro di Tijou, influenzò notevolmente la forgiatura dell’acciaio in Inghilterra, soprattutto dopo aver stampato a Londra nel 1693 il libro.
“A new Booke of Drawings, Invented and Desined by John Tijou”
Questo è stato il primo libro inglese sulla lavorazione dell’acciaio e conteneva illustrazioni incise del suo lavoro.
Della sua vita personale si sa che ha avuto tre mogli e almeno quattro figli, probabilmente l’ultima moglie gli sopravvisse.
Curiosamente è giunta fino a noi la notizia che per i lavori di Hampton Court, non lo hanno mai pagato.
Chissà perché notizie come questa non riescono a meravigliarmi.
La fonte ovviamente è il libro
A short history of Hampton Court.
Il testo è il seguente:
” There is no money at present for arrears.” A similar reply was given to ” John Tissue,” i.e. Jean
Tijou, who prayed for payment of ^1,889 is. 6^d. still due
and owing to him for the ironwork at Hampton Court, in regard to which he was ” indebted to several persons, who
threaten to imprison him.”
Hampton Court
Cattedrale di St Paul
Kensington Palace
Burghley
Probabilmente agli inglesi stava sulle palle, la faccenda che era francese non andava giù.
Non solo non lo hanno pagato, ma per anni hanno attribuito il suo lavoro a un certo Huntingdon Shaw, di Nottingham.
Non basta quando anno scelto la statua del fabbro per decorare la facciata del Victoria and Albert
Museum, hanno messo quella di Shaw.
Ad onor del vero gli storici attuali lo rivalutano in pieno e denunciano il fatto, già nel 1917 Walter A. Dyer, prendeva una posizione netta a favore di Tijou.
La pessima traduzione è mia.
“ Era di Shaw e non di Tijou
la statua che è stata scelta per rappresentare il fabbro inglese sulla facciata del Victoria and Albert
Museum. Ma questo difficilmente spiega
perché il nome di Tijou non dovrebbe essere così conosciuto come quello di Grinling Gibbons, suo contemporaneo e compagno di lavoro sotto Wren, con il quale potrebbe essere tranquillamente paragonato come artista. Il signor Bardner,
sembra propenso ad attribuire il fatto a un deliberato
tentativo da parte dei contemporanei di Tijou di
ignorarlo.”
Il fatto è e rimane che a rappresentare i fabbri inglesi sulla facciata del più grande museo al mondo dedicato alle arti applicate sia un usurpatore.
Le porte “Tijou” a
Petworth House, West Sussex.
Ovviamente non le ha fatte Lui, ma il disegno è suo, precisiamo, il progettista ha copiato semplificandolo di molto un disegno di Jean Tijou, lo ha fatto verso il 1860\1870.
In particolare la Porta dei Leoni e le Porte del Giardino della Fontana. Quindi, queste belle porte di Petworth sono localmente indicate come le porte “Tijou”.

 

A lato un sito dove è stato documentato tutto il restauro
Sul restauro delle opere di Tijou
 
Lontano da me l’idea di voler correggere il modo di lavorare di chicchessia.
Esprimo solo qualche banale dubbio sul restauro di un lavoro di Tijou in base a questo filmato.
Hampton Court Palace’s Intricate Iron ‘Tijou’ Screens | Historic England – YouTube
Evidenzio solo due marginali punti e la pianto li, criticare è facile.
Il primo: Il fabbro Paol Allen sta disegnando una foglia con molta perizia, si nota l’eleganza del disegno con sfumature e ombreggiature fatte mirabilmente.
Ma cazzo, mancano le linee di costruzione, come farà a piegarla con precisione, si certo a occhio, poi, ma quando mai si disegna una foglia simmetrica da ambedue le parti? si prende un foglio piegato in due si fa il lavoro su un lato e poi lo si riapre e la foglia appare nella sua interezza.
E a cosa servono le sfumature?
Metto ovviamente copiato dal Mezger il modo in cui si disegnano le foglie. Illustro pure con che poca grazia si traccia una piega per un lavoro veramente eseguito.
Se quello è il restauro c’è qualcosa che non va.
Il filmato mostra pure la realizzazione di una testa di uccello in sostituzione di una persa.
I particolari originali sono forgiati mentre in questo caso il fabbro ha sbalzato una lamiera e questo non c’entra niente con il lavoro di Tijou.
Nel filmato la conduttrice dice espressamente ” le foglie sono copie di copie di copie del lavoro di Tijou,” non solo, ma sono pure più grandi e sproporzionate rispetto alla composizione originale.
Se lo dicono loro.