Un fabbro un comico, ironico, brillante, figuriamoci se non lo elencavo.
E’ il fabbro che l’enciclopedia Treccani ha dedicato più pagine.
Nato nel 1550 figlio di fabbri e fabbro a sua volta, morto il padre, lo zio continuò a cercare di dargli una cultura, non era poverissimo anzi, ma ebbe due mogli e 14 figli, morì in povertà nel 1609.
Croce fece il fabbro a Medicina e qui cominciò anche a scrivere poesie. Furono proprio questi primi versi, ridanciani, popolani e burleschi, che lo resero famoso nel circondario e che lo portarono ad allietare i festini della nobile famiglia bolognese dei Fantuzzi, proprietaria di un podere a Medicina.
Noto, ovviamente dopo morto, per aver scritto il Bertoldo e altre 600 novelle, è il fabbro che più ha influito sulla letteratura, suoi accoliti: Luciano di Samosata, Rabelais, Miguel de Cervantes Saavedra e Dostoevskij.
I fabbri illustri Giulio Cesare Croce