Figlio di un pittore e di una pianista, Jean Pruvè nacque nel 1901 a Nancy, con sotto agli occhi i lavori di Lamour. Doveva essere un po’ gradasso, infatti parole sue: “avevo una facilità per il mestiere del fabbro dall’età di dieci anni”
Ha mollato la scuola ed è andato ad imparare il mestiere dal più noto fabbro francese dell’epoca Emile Robert.
Ovviamente per fare queste cose non era un poveraccio.
A 22 anni apre la sua prima officina e costruisce lampade in ferro battuto, lampadari, ringhiere corrimani, tutti lavori da fabbro puro.
Ovviamente non ho trovato da nessuna parte dove ha trovato i capitali per poter aprire il laboratorio.
Ma pochi anni dopo fu tra i primi a dedicarsi, nella sua officina a Nancy (1923-40) e poi a Maxeville (1946-53), alla prefabbricazione, progettando e realizzando, in una continua ricerca e sperimentazione con un gruppo affiatato di ingegneri e operai, singoli elementi e intere strutture in metallo.
L’officina di Prouvé, diventò presto il punto di riferimento di molti architetti razionalisti, lavorò a numerosi edifici prototipo (scuole, ospedali, alloggi d’emergenza); progettò anche elementi di arredo (pareti mobili, scaffalature, sedie, ecc.) e apportò un decisivo contributo alla ricostruzione postbellica.
Non ebbe sucesso come uomo d’affari e nel 1952 perse il controllo della fabbrica. Emotivamente non si è mai ripreso. Privato della sua fabbrica, Prouvé rimase fedele ai suoi principi fino alla sua morte nel 1984. L’efficienza e l’economia erano i suoi obiettivi, e sebbene molti dei suoi pezzi avessero una bellezza schietta, fu per caso, non intenzionalmente.
Fabbri illustri Jean Prouvé