Adriano Cortiula

Adriano Cortiula

I fabbri

I fabbri imbarazzanti

Stingy Jack

Personalmente Halloween non mi piace, sono troppo vecchio e ancorato alle banali tradizioni italiche.
Quando ho letto che a inventare la lugubre festa del 31 ottobre è stato un fabbro, ho pensato che nella nostra categoria l’inventiva proprio non manca.
Non è un fabbro americano, ma irlandese colui che ha dato inizio a questa ricorrenza.
Vediamo come si sono svolti i fatti.
Sembra che il diavolo abbia una certa simpatia per i fabbri ne sanno qualcosa Biscornet e altri colleghi, la capacità di stare vicino al fuoco, maneggiare sbarre roventi, sopportare rumori spaccatimpani, evidentemente sono qualità che all’inferno sono molto richieste. Pensandoci bene, se andassi al piano superiore a suonare l’arpa senza un minimo di orecchio, in mezzo a una noiosa compagnia di adoranti e oranti, tempo dieci minuti e chiederei di andare davanti a un fuoco con vicino una incudine, non importa a che piano.
Jack noto bevitore, scommettitore, rissoso, donnaiolo era il tipico elemento da tentare per carpirgli l’anima. Il diavolo incaricato della faccenda, probabilmente un mona si fece far fesso almeno in un paio di occasioni. Finì molto male al punto che il cornuto, dalle zampe di capra, dovette firmare un accordo secondo il quale rinunciava a tutti i diritti sull’anima di Stingy Jack.
Con questo contratto in mano Jack calpestò per molti anni il pavimento dell’officina e del bar, ma a un certo punto morì.
Andò sicuro in paradiso, si presentò a San Pietro baldanzoso con il contratto in mano, Pietro esaminò con scrupolo la pratica, ma poi digitò il nome di Jack nel suo terminale e stampò una serie di fogli A3 e li consegnò al fabbro. Erano tutte le cazzate che il fabbro aveva fatto durante la vita. In fondo all’ultimo foglio c’era una scritta in grassetto di colore rosso: RESPINTO.
Protestò, alzò la voce, si incazzò ma San Pietro fu irremovibile, “il nostro regolamento è questo e non si può modificare”.
Sconsolato andò all’inferno, praticamente non sapeva dove andare. Il diavolo guardiano si fece dare il nome, pura formalità, li fanno entrare tutti ma un attimo dopo ritornò e chiuse la porta impedendo l’ingresso a Jack. Il quale rimase al buio fuori dall’inferno e fuori dal paradiso.
Più tardi riuscì a parlare con il diavolo che aveva fregato, e in nome di questa vecchia frequentazione riuscì a farsi regalare un tizzone ardente, gli serviva per illuminare la sua strada dato che era tutto buio. Prese questo tizzone e per farlo durare più a lungo lo mise all’interno della rapa che stava mangiando. La tradizione vuole che ogni vigilia di Ognissanti il fantasma di Jack torni ad aggirarsi tra le tenebre facendosi luce con la sua lanterna spettrale.
Quando gli irlandesi emigrarono in America portarono con loro anche le tradizioni e le adattarono al nuovo mondo, dato che scarseggiavano le rape e invece erano abbondanti le zucche e fu in questo modo che la luce del tizzone entrò nelle Cucurbite.
Ed è così che è nata la tradizione della Zucca di Halloween o, appunto, Jack o’ Lantern.